Solisti del FLORENTIA CONSORT
– Remo Pieri (clarinetto)
– Alberto Bologni (violino)
– Cristina Papini (violino)
– Marina Molaro (viola)
– Judith Glyde (violoncello)
Johannes BRAHMS
Quintetto in Si minore op.115 per clarinetto e archi
REMO PIERI. Diplomatosi a Lucca si perfeziona in seguito con: V. Mariozzi, C. Scarponi, G. Riccucci, K. Leister. Con P. Cuper a Parigi conseguirà un prestigioso primo premio all’unanimità della commissione nel corso di perfezionamento. Ha fatto parte di compagini orchestrali come: Maggio Fiorentino, Orcestra Regionale Toscana, Teatro Verdi di Trieste, Toscanini di Parma, Orchestra della Bretagna, suonando con direttori quali: De Bernard, Morandi, Domingo, Bellugi, Oren, Kuhn, Kovatchev, Galli, Luisotti e molti altri. Dal 97 è primo clarinetto dell’Orchestra Città Lirica e Festival Pucciniano di Torre del Lago (LU). Ha suonato in varie città europee, in Cina, e negli Emirati Arabi. Con A. Bocelli ha duettato in un importante concerto in Piazza del Campo di Siena davanti a oltre 30.000 persone. Suona in quartetto con A. Bologni, V. Ceccanti e F. Giovannelli. Clarinettista apprezzato da L. Berio, G. G. Luporini e molti altri fin dai tempi della sua appartenenza al gruppo B. Maderna diretto da F. Neri. E’ stato ospite di università negli U.S.A e in Brasile. Nel 2014 è stato artista ospite al “ Todi internetional clarinet festivals”. Vincitore dei concorsi nazionali a cattedra per musica di assieme per strumenti a fiato e per clarinetto, attualmente è titolare di cattedra all’istituto “L.Boccherini. di Lucca.
Il “QUINTETTO in SI MINORE per CLARINETTO e QUARTETTO D’ARCHI” fu composto nell‘estate del 189, quasi contemporaneamente al “Trio in La minore op.114 per clarinetto o viola, violoncello e pianoforte”. In quell’anno il musicista conobbe a Meiningen il celebre clarinettista Richard von Mühlfeld, che lo invitò a scrivere un pezzo per lui. Brahms lo aveva sentito suonare nel Quintetto di Mozart e nel Primo Concerto di Weber ed era rimasto entusiasta della interpretazione di questo clarinettista, che nel novembre del 1891 eseguì a Meiningen sia il Trio che il Quintetto, accolti con molto successo dal pubblico. In particolare il Quintetto piacque per quel senso di struggente malinconia e di intima delicatezza spirituale, così caratteristiche dello stile di Brahms. Il primo Allegro è carico di penetrante emozione psicologica, resa più incisiva e persuasiva dal timbro dolcissimo del clarinetto, uno strumento molto amato dal musicista. Il secondo tema ha uno spessore armonico più denso, pur tra pause di accorata tristezza. Nell‘Adagio in si maggiore il clarinetto ha un tono trasognato, quasi schumanniano, ed è sorretto dagli archi in sordina. Molto efficace il discorso melodico con i suoi accenti crepuscolari e nostalgici, che sono riproposti successivamente dopo una sezione centrale alla zingaresca, più vivacemente rapsodica con uscite anche virtuosistiche del clarinetto. L’Andantino ha una linea discorsiva di nobile musicalità spezzata da un Presto fantasioso e spigliato. Il Finale (Con moto) è puntato su cinque variazioni, con accenti ora appassionati, ora umoristici, ora fantastici ora estasiati (nella quarta, in tonalità maggiore). Ritorna poi il tema iniziale del primo movimento in un clima di pirofonda emozione in cui il compositore si ritira in se stesso, quasi un congedo dall‘attività musicale…